Articolo scritto dagli Studenti della Prima Liceo Linguistico e dalla professoressa Raffaella Colombo
Camilla Vidi è una di quelle persone che hanno il dono della semplicità e dell’empatia: quando casualmente mi sono imbattuta in lei e l’ho conosciuta, ho subito pensato di presentarla ai miei studenti perché la sua storia fosse non solo una proposta didattica ma un esempio motivazionale. Lei rappresenta l’energia che si concretizza in progetto, l’entusiasmo che si fa esperienza di vita, di crescita e conoscenza.
Venerdì 31 marzo 2023 attraverso la piattaforma Zoom si è tenuto nell’Aula Magna del Centro Studi Casnati di Como un incontro con la dottoressa Camilla Vidi, una giovane geologa nata e cresciuta a Madonna di Campiglio.
Le classi coinvolte sono state la prima Linguistico quinquennale, la terza e la quarta Linguistico quadriennale, la seconda e la quarta Liceo scientifico Sportivo.
Camilla Vidi ha aperto l’incontro raccontando un po’ di sé: le origini “montanare”, la tradizione famigliare così legata a quell’ambiente, la sua passione per lo sport e quella determinazione che la caratterizza e che l’ha portata a vivere la sua esperienza a bordo di One Ocean Expedition.
Ha parlato della scuola superiore frequentata, il Liceo Sportivo per le Professioni della Montagna e ha creato un parallelismo tra la sua esperienza e quella degli studenti del Liceo Sportivo del Casnati, mettendo in luce le differenze ma anche sottolineando l’importanza che lo sport ha avuto nella sua formazione.
È entrata poi nel merito del progetto chiamato SDG 200 promosso dal governo norvegese che ha messo a disposizione un veliero per effettuare il giro del mondo; il viaggio complessivo ha avuto la durata di un anno e Camilla è salita a bordo per 122 giorni, unica studentessa universitaria italiana ad aver partecipato a questa missione scientifica ed antropologica. Ci ha spiegato che riuscire a partecipare a questo progetto ha richiesto impegno e determinazione perché i posti disponibili erano 90 ma 70 erano riservati agli studenti norvegesi e solo 20 erano disponibili per studenti del resto del mondo. Camilla ha detto con entusiasmo che grazie a questa esperienza ha conosciuto molte persone provenienti da svariati paesi con cui ha creato belle relazioni e con le quali è rimasta in contatto.
Ha raccontato cosa si faceva sul veliero, di cosa disponevano in termini di spazio e di equipaggiamento, quali erano le regole a bordo e come lei si fosse creata delle relazioni; la vita in barca era organizzata in gruppi che in base ai turni assegnati dovevano svolgere determinate mansioni. C’erano tre turni: il turno rosso, da mezzanotte fino alle quattro e poi da mezzogiorno alle sedici; il turno bianco, dalle quattro alle otto di mattina e poi dalle sedici alle venti; infine il turno blu, dalle otto a mezzogiorno e dalle venti a mezzanotte. Ogni due settimana il capitano provvedeva a riassegnare i turni a rotazione.
Camilla ci ha poi raccontato delle emozioni e del piacere provato nel vivere le feste ricevute dai vari paesi che l’hanno accolta e ospitata nel suo viaggio, e di alcune esperienze particolari come il passaggio della “dateline”, che per quelli che non la conoscono, è una linea immaginaria sulla superficie terrestre che segue in gran parte il 180º meridiano. Ogni nuova data viene assegnata a partire dalla mezzanotte su di essa: le navi in viaggio nell’Oceano Pacifico eseguono il cambio di data tradizionalmente a mezzanotte attraversando la linea.
Alla fine ha anche spiegato che cosa ha imparato da questo viaggio, ispirato ai Goals dell’Agenda 2030 che noi stiamo studiando a scuola; si basava sui seguenti SDGs:
- 13, la lotta verso il cambiamento climatico;
- 14, la vita sott’acqua;
- 17, partnership per gli obiettivi.
Alla fine c’è stato lo spazio per domande e quello che ci è rimasto di Camilla è stato il suo entusiasmo e la sua energia, che le hanno reso possibile un’esperienza che tutti noi vorremmo vivere un giorno.
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